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Dalla piazza di Bologna all'inizio del secondo decennio

Fin dal tredicesimo secolo la piazza di Bologna è un posto politicamente significativo, quindi bene ha fatto la FIOM a sceglierla per iniziare una nuova fase e per anticipare lo sciopero nazionale dei metalmeccanici che avrà luogo domani. Si comincia con uno sciopero pienamente riuscito in tutte le fabbriche metal meccaniche della regione (percentuali che stanno intorno all’85%) un corteo di cinquantamila e forse più, una partecipazione studentesca imponente. Vedremo domani cosa accade in tutto il paese, ma un paio di cose ormai possiamo dirle.

Il suicidio come forma di protesta in Romania e in Tunisia

Il 24 dicembre 2010, nel Parlamento rumeno, un uomo in fin di vita urla "Libertà!" a squarcia gola, mentre, insanguinato, viene portato via dai soccorsi. Si era appena gettato nel vuoto, dal balcone dei giornalisti, poco prima che il premier iniziasse il suo discorso.
Quest’immagine surreale contiene in sé la rappresentazione impietosa della società rumena. Una classe politica autistica e un’opinione pubblica afasica.

La politica all'alba

Il cosiddetto referendum di Marchionne ovviamente non era un referendum. Non era nemmeno un ricatto, era piuttosto una tortura. Un ricatto è limpido: qualunque cosa tu scelga ti schiaccia. Un ricatto che si fa chiamare referendum schiaccia egualmente, ma ripete che in quanto soggetto libero la responsabilità è tua. “I compagni litigano, i compagni si bisticciano”, dicevano i lavoratori da Mirafiori nei giorni scorsi. Litigano e si bisticciano perché la Fiat per settimane ha trasferito su di loro la responsabilità della crisi. Fiat non stava chiedendo un voto. Fiat stava delineando il futuro come una tenaglia: sussistenza o dignità. Sussistenza o dignità – scegliete. Avete a disposizione una o l'altra.

Nel migliore dei casi

Carlo aveva fatto quel volo decine di volte. Milano, New York, Milano, New York, Milano... In business class, ovviamente. Come un dio da sala d’aspetto. Li facevano imbarcare per primi, loro. E gli davano il vino, mica i succhi di frutta. Del resto il viaggio era la parte migliore. A New York non c’era niente ad aspettarlo, a Milano non c’era nessuno a dirgli arrivederci. Però quella era la vita che voleva. A venire da una famiglia divorziata in un paesino di provincia, si ripeteva con un sorriso, le ambizioni si possono misurare con la carta di credito.

La gioventù dorata dei Delfini

Uomini o donne, non importa. Architetti, designer, pubblicitari. Assistenti universitari non ancora baroni. Video maker. Agenti letterari. Scrittori di medio calibro. Intellettuali con uno o più stipendi fissi. Giovani professionisti, in piena ascesa sociale, abitanti delle grandi città del Nord, amanti dei libri, di una vita sana e bella, con denaro e cultura, quasi sempre senza figli. Per questa curiosa fetta di società, a noi che studiavamo la scienza del marketing, ci veniva fornita una definizione apposita: delfini.

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