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History is made of tweets

Andavamo dal macellaio a Fueihat, nella zona Est di Bengasi. Non mi piaceva entrare dal macellaio, c’era un odore pesante, le carcasse appese a grossi uncini di acciaio, il sangue gocciolava sulle piastrelle chiare dei pavimenti, le teste di pecora scuoiate ci guardavano con gli occhi sbarrati. Preferivo stare in macchina, a Milano i macellai non erano così, a Milano la morte era celata. Invece alla macelleria di Saad andavo volentieri, Saad aveva incollato delle vecchie foto in un angolo della vetrinetta, lo scotch era ingiallito, pensai che le foto dovevano avere un gran freddo nel reparto frigo, che qui paesaggi della Bengasi antica, pieni di palme verdeggianti e giovani in maglietta non dovevano passarsela bene a 6 gradi, da 30 anni…

Non sentite l'odore del fumo?

Le Regole! Va bene combattere il Tiranno, ma guai a toccare le Regole. Le Regole sono i chicchi del rosario al quale si aggrappano i martiri del berlusconismo, mentre i suoi pretoriani li gettano nella fossa coi leoni. Da una parte abbiamo un potere che corrompe giudici, paga servizi segreti deviati, usa tv e giornali come carri armati, assolda qualunque firma e volto compiacente per scatenare condanne infami anche sulle manifestazioni più innocue.

L'intelligenza ribelle della vita

“C'ést une révolte!” “Non, Sire, c'est une révolution”, rispose il duca de La Rochefoucauld-Liancourt a Luigi XVI la notte del 14 luglio 1789, dopo la caduta della Bastiglia e la defezione delle truppe reali davanti all'insurrezione popolare. Si affermava in quel momento “la grandezza dell'uomo di fronte alla piccolezza dei grandi”, come disse Robespierre, ed arrivava al culmine il pathos che per decenni aveva acceso gli animi di fronte alla possibilità di liberazione del genere umano dalle carceri del buio medievale.

Il terrorismo del desiderio

ovvero di rivoluzione e miele
ovvero lettera ai compagni (e a Jung)

1.

Vorrei parlare di una storia d'amore, quella tra Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein. Il mio scopo in realtà è provare a discutere con un pò di cognizione di causa il cosiddetto scandalo sessuale che attuttoggi nella sua miseria eccita i media. Premetto che poco m'importa della cosa in sè, m'importa il fatto che tale scandalo abbia in realtà ben poco di scandaloso, anzi costituisca la prassi stessa in cui muovono oggi destra e sinistra istituzionale e non, ovvero buona parte dei potenti insieme ai rivoluzionari.

Marx fuori dall'accademia. Ovvero: ciò che ritorna

Marco Assennato, Loriana Cavaleri, Salvatore Cavaleri, Giovanni Di Benedetto, Sandro Gulì, Marcella Maisano


Intro: leggere Marx, si poteva, all’alba degli anni 2000, solo fuori dall’accademia. Questo posizionamento però, lungi dal restare un fatto meramente topologico, ha assunto il carattere del dispositivo ottico. Una idea del fare teoria, nutrirsi, socializzare sapere, lontana anni luce dall’indugio filologico, pienamente indifferente alle filiazioni, alle famiglie teoriche, capace di giustificare i passaggi concettuali semplicemente in forza dell’urgenza del presente. Marx era per noi un autore qualsiasi, nulla di sacro in lui. Niente di indiscutibile. Così un collettivo divertito rivolgeva il suo “Goodbye” ai padri politici, proprio riprendendosi il classico.

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