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Da soli non ci si rivolta: report dal meeting UniCommon, 12-13 maggio 2011, Roma.

 Gli scudi a forma di libro erano partiti da Roma – lo ricorderete – per fare il giro d’Europa e del mondo, sempre in prima fila nei cortei, con immenso successo. Ed è a Roma che bisogna tornare, per capire dove siamo rimasti. Non è un meeting che riguarda la sola Italia, quello a cui partecipo il 12-13 maggio, alla Sapienza, intitolato La rivolta di una generazione, dove la «generazione» è quella dei ragazzi senza futuro che in tutto il Vecchio Continente, negli Usa e nel Maghreb oggi si stanno risvegliando. Ma forse, in Italia più che altrove, questi ragazzi sembrano essere giunti a un bivio senza ritorno: diventare protagonisti di una sacrosanta rivolta, oppure restare per sempre in balìa di una politica spaesata e incattivita.

A sarà dura. Per loro!

Il grosso del concentramento è sotto il fortino militare di Exilles, da cui partirà il corteo principale in direzione del cantiere dove sorgerà il Treno ad alta velocità. In testa, lo spezzone dei sindaci no tav, con tanto di fascia tricolore a tracolla. Dietro i bambini, con palloncini e cartelloni colorati.
Prima della partenza del corteo principale, un nutrito gruppo di giovani si stacca per dirigersi verso Sant’Antonio. Siamo tra loro.
Il sole splende sulle nostre teste, mentre proviamo a immaginare quanto forte potrà battere sulle zucche vuote chiuse dai caschi blu.

Un decalogo per pensare ed agire collettivamente, nel presente

Un decalogo per pensare il presente ed agire collettivamente in esso. Con la “lentezza” necessaria. La lentezza è consapevolezza e attenzione al ‘qui e ora’. A volte, pare indispensabile una ‘snap decision’, cioè decidere rapidamente, esercitare una capacità – la velocità - che va conservata a patto che ci sia una lucidità e una consapevolezza alla base, ma soprattutto una 'libertà di pensiero e d'azione', in verità, negletta socialmente.
Gli antichi greci la chiamavano kairòs, il momento opportuno.

Verso l'insurrezione Europea

Europa è il prodotto della mente

Primavera 2011: l’Europa è sull’orlo della catastrofe, perché il dogmatismo neoliberista impone il diktat della classe finanziaria sugli interessi della società.
Che succederà nei prossimi mesi, nei prossimi anni? In Italia siamo a tal punto (comprensibilmente) concentrati sull’inverosimile pagliacciata che non smette di srotolarsi sotto i nostri occhi che rischiamo di pensare che il nemico della società è Silvio Berlusconi, e una volta rimosso il gaglioffo tutto filerà decentemente. La realtà è molto diversa.

Ricerca precaria, precarietà della ricerca. Proposte per una dislocazione etico-estetica

Nel 1989, alla domanda su come e se sia possibile fare fronte alle ingenti mutazioni sociali e politiche a seguito del crollo del blocco  sovietico, Félix Guattari in un saggio dal titolo “le tre ecologie”,  risponde insistendo sulla necessità della formazione di una soggettività cosciente e collettiva e delinea linee direttive lungo le quali tale processo puo' avvenire. La creazione della soggettività si puo' sviluppare, secondo Guattari, all'intersezione fra i domini di cura delle mozioni singolari di intelligenza e desiderio, della creazione di una sensibilità estetica, e della percezione di una responsabilità ecologica verso il pianeta a livello sociale.

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