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Virgen de los Deseos - la politica desiderante di Mujeres Creando

Oh Vergine dei Desideri,
“dacci la grazia di non essere nè vergini nè madri. Liberaci dall'autorità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Fa che siamo noi a decidere per noi stesse. Fa che il potere giudiziario e la Chiesa ci liberino dalla loro misogenia. Fa che il diritto di decidere se il frutto del nostro ventre è benedetto o meno sia solo nostro. E non indurci nella tentazione di non lottare per i nostri diritti, ma concedici il miracolo della legalità dell'aborto. Amen”.

Comincia così la Oración por el Derecho al Aborto di Mujeres Creando, un collettivo anarco-femminista boliviano di donne indigene, lesbiche ed eterosessuali di La Paz.

Street-Fightin' Press? - Dal "Trojan Journalism" al disprezzo di classe

Qualche settimana fa, nella sezione “culturale” dell’Evening Standard, pubblicarono una foto: erano ritratti otto ragazzi, sui venti anni, seduti su una scalinata di un palazzo medievale. Erano vestiti, da buoni londinesi “intellettuali”, in uno stile fintamente casual-sciatto; erano tutti sorridenti; due di loro maneggiavano un cellulare; una giovinetta aveva un pc sulle ginocchia: «Stiamo parlando di tecnologia», sembrava dire. Chi erano costoro? Erano loro quelli che lo Standard chiamava, con un bel titolone, Clicktivists, attivisti del “click”. Ecco i volti nuovi della protesta di questi mesi: coloro che usano i social network come Facebook o Twitter per organizzare manifestazioni, coordinarsi, promuovere scioperi. [1]

Dopo la fine dell'università

Quando, nel 1931 il regime fascista chiese un giuramento di fedeltà ai professori universitari italiani, solo una dozzina su oltre 1600 rifiutarono di piegarsi al ricatto autoritario. I migliori se ne erano già andati. Piero Sraffa da alcuni anni esule, insegnava a Cambridge, e i grandi cervelli della fisica erano già andati in America.
Qualcosa di molto simile sta succedendo oggi, in questo paese dove per due volte in un secolo ha trovato forma politica il totalitarismo e la barbarie. Oggi, mentre il governo Berlusconi distrugge la scuola pubblica e l’Università attaccando insieme le radici della produzione scientifica e quelle della civiltà, la classe accademica non è meno codarda e connivente di quanto fu nel 1931.

Emergenza e guerra: scelta politica della Babele post-moderna

Esistono dei luoghi in cui SudEst e NordOvest della terra si guardano da vicino e finiscono con lo sfiorarsi. A volte si toccano, nonostante la ritrosia del NorOvest, la sua persistente tentazione di tenere alla larga l'altra parte del mondo. Sono rari i possibili approdi e contatti, ma ci sono, disseminati nella morfologia geografica e storica. Da un po' di mesi i cigolii delle assi di legno fradicio di barche vaganti nei marosi e cariche di vite, fanno da sottofondo al miope incedere della globalizzazione. Nel frattempo, Saif al Arab e Saadi, mai saliti su una zattera, volano a Parigi e Londra e trattano il loro ruolo dopo la mattanza, ancora in corso in mare e sulla terra ferma. Saif trova la morte, per mano degli stessi “interlocutori”, nei successivi giorni.

Blacklisted

Il Golpe è avvenuto e non ce ne siamo accorti. Senza sparare un colpo, senza carri armati, senza distintivi, senza comunicati ufficiali. Una Giunta di impostori è salita al potere, ma non ha segni di riconoscimento visibili: né occhiali scuri, né divise, né mostrine. Il Governo dei Giusti, lo abbiamo chiamato.
Questo è post-berlusconismo, questa la Terza Repubblica. Questo il Governo di fascisti e progressisti, insieme.  Benedetto dalle banche, dalla Chiesa, dalla borghesia produttiva. Una massa informe unita dalla fiducia – ancora! – nel neo-liberismo, nel tutto-scorra-e-rimanga-uguale, nell’avidità nell’ignoranza delle plebi.

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