Italian

In difesa di Silvio Berlusconi (e tutta la sua banda di ruffiani predatori e tagliagole)

Introduzione

Una banda di criminali sapientemente organizzati si è impadronita del potere mediatico, finanziario e politico, e lo detiene con coraggioso sprezzo del pericolo da quasi un ventennio. Un altro ventennio italiano. 
La banda si difende assai bene, da ogni punto di vista. Dispone di enormi capitali coi quali è possibile comprare non solo ville, televisioni, giornali, giudici e favori sessuali, ma anche quel che più conta alla distanza: il voto di una parte consistente del Parlamento e il voto di milioni di elettori.  Dispone di avvocati ben pagati, preparati, pronti a tutto. La linea di difesa, in generale è la seguente: non intendo rispondere, non me ne importa niente delle accuse che mi rivolgete, delle rivelazioni giornalistiche e di quel che si pensa di me.

Relazioni Sociali: Manifesto per 3punto0

Se su Web 2.0 non c'è una definizione univoca (quando i termini diventano di "successo", se ne perde l'eziologia), perché voler "definire" il "concetto" di 3punto0 ? O'Reilly nel 2004, usò Web 2.0 per indicare quell'arcipelago di applicazioni, sw, ambienti che consentivano un elevato grado di interazione e collaborazione tra utenti in rete. In questo senso, O'Reilly e gli altri intendevano contrapporlo al web originario, 1.0. Sono molti quelli - e tra loro anche Tim Berners Lee, che la rete l'ha fondata - che di fronte a questo neologismo hanno qualche difficoltà euristica. Il termine “Web 2.0", coniato appositamente nel 2005 da Tim O’Reilly per designare molteplici tecniche e applicazioni interattive in Internet, tuttavia, dal momento che la gran parte delle tecnologie non è qualcosa di nuovo, descrive innanzitutto una rinnovata filosofia in relazione a InterNET.

Il passaggio dell'uragano

NEW YORK - Nel seminterrato di Harlem dove vivo con la mia ragazza e le sue due coinquiline – lei messicana ma cresciuta in Texas, terra generosa di calamità legate al vento e alla pioggia – ci siamo preparati alla visita di Irene facendo un salto al liquor store. Due bottiglie di vino italiano – ho cucinato io, ovvio –, una di whisky e una di tequila purissima.

Così, con una scorta di superalcolici, molti newyorkesi sono sopravvissuti alle lunghissime ore di solitudine forzata che la Natura gli ha imposto. Il momento dell’assalto ai supermercati è, da quanto ho potuto capire, quello più stressante di ogni inondazione. Si sono scatenate le casalinghe ispaniche, che facevano incetta d’acqua minerale – galloni e galloni –, di cibarie, di dvd e soprattutto di torce elettriche – andate letteralmente a ruba. Qualcosa che mi suonava nostalgicamente familiare: ricordo ancora i venti chili di zucchero e olio che mia nonna, a Napoli, portò a casa non appena Andreotti aveva annunciato la partecipazione italiana alla prima Guerra del Golfo.

Bambini cattivi o buoni non so

Patti Smith: Just Kids Feltrinelli, 2010
Chris Kraus: Aliens and Anorexia ObarraO 2011

1. pattisoft
Quando venne a Bologna, nel 1979, l’anno più orribile delle nostre vite, dopo il concerto allo stadio andai alla conferenza stampa che si teneva al Carlton Hotel.
Dato che aveva accettato di partecipare a una manifestazione organizzata dal Comune di Bologna, che per me era l’arcinemico stalinista capitalista e repressore, andai alla conferenza armato di cattive intenzioni.
Ricordo che c’era questo tavolo grande in mezzo e tutti i giornalisti intorno, e lei che parlava con una camicia bianca svolazzante e io mi alzai e le dissi: “I hate you.”

Veterani USA: dentro l'abisso

Ho sempre desiderato scrivere dei veterani americani. Era il 2001 ed abitavo ad Atlanta, città del Sud-Est statunitense cara tanto al movimento afro-americano di Martin Luter King e Malcolm X, quanto al Ku Kux Klan (KKK), il movimento razzista bianco che da decenni incita alla white supremacy. Erano gli anni di 9/11, di Bush, dell’incitamento alla guerra contro il popolo Iracheno. Stavo lavorando a stretto contatto con un veterano ritornato da pochi anni dalla prima spedizione in Iraq. Figlio di famiglia povera e proletaria bianca in cerca di un riscatto, era un uomo alto dalla personalità forte e tormentata, dalla voce piena e pesante, dagli occhi sensibili. La guerra aveva lasciato in lui ferite aperte, ed il suo soprannome era Muzzle Head, testa di caricatore.

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