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Suicidio e Lotta

Congedarsi dalla lotta: il suicidio nell’antropologia politica.
 
Si parla molto di suicidio, di questi tempi. Sembra che il corpo del suicida sia tra i pochi elementi, nella narrazione della crisi attuale, capaci di scalfire la criminale impeccabilità del potere. Il corpo del suicida e’ esibito, sfruttato, sballottato, impiegato come metafora, come arma emotiva e fisica. Di fronte alla sofferenza di milioni le leggi non si piegano, ma di fronte al gesto suicidario si fermano i carri armati.
 
Si è popolato di gesti suicidi l’immaginario degli ultimi vent’anni, a partire da quei corpi che precipitavano dalle Torri Gemelle in fiamme, e subito dopo la sequenza infinita di attacchi kamikaze in Iraq e Afghanistan – attacchi, va detto, che hanno causato più morti tra le file dell’esercito USA che le azioni di combattimento vere e proprie. È stata poi l’autocombustione di Mohamed Bouazizi  a scatenare la rivolta in Tunisia l’anno scorso,  e non certo il passaparola su Twitter o Facebook – come invece hanno tentato di farci credere i giornalisti occidentali. E sono gli atti suicidari delle vittime della crisi finanziaria a conquistare, forse più delle proteste di massa, le pagine dei quotidiani d’Occidente.
 

Laurea a Trichet per Bancarotta Fraudolenta

Il giorno 17 settembre 2012 l’Università di Bologna attribuisce la Laurea ad honorem a Jean Claude Trichet.
 
Chi è Jean Claude Trichet e cosa ha fatto per meritare questa onorificenza da una istituzione in cui un tempo si coltivava lo studio e la dignità? Jean Claude Trichet è stato Presidente della Banca centrale europea negli anni in cui l’Europa, dove da cinque secoli milioni di ingegneri e poeti, agronome e operai, contadine e medici, imprenditori e scienziate hanno contributo al sapere e alla ricchezza, sprofondava nella BANCAROTTA (fraudolenta).
 

Il Foglio di Via dello Scrittore NO TAV

Sabato 18 agosto avrebbe dovuto essere la seconda giornata delle nostre vacanze per me e Giustina, la mia compagna.
Assieme ad altre persone, ci si è organizzati per fare una passeggiata in Clarea: un pò per immergersi in quei magnifici boschi, un pò per osservare a distanza di sicurezza gli animali chiusi dentro lo zoo chiamato cantiere.
Molti partono a piedi dal campeggio, mentre tre auto partono per prendere il sentiero che prende avvio da Giaglione.
Lungo la strada, passando per Susa, l'ultima vettura della nostra micro-carovana viene fermata per un controllo: forse la più visibile tra le tre, se non altro per i suoi componenti. Tutti giovani e abbigliati in maniera comoda, mentre nelle due auto davanti c'erano bambini e chi non è più troppo giovane anagraficamente.
Decidiamo comunque di fermarci, a portare solidarietà ed accertarsi che non avvenga nulla di anomalo. La regola è sempre quella: si parte e si torna assieme.
Sembra che stia andando tutto regolare: non c'è nulla da segnalare nei loro confronti, e come di prassi chiedono i documenti anche a noi che ci siamo avvicinati.
"Due minuti e finisce tutto". Parole del maresciallo dei Carabinieri che ci aveva fermato.
Ma purtroppo il mio documento fa perdere troppi minuti.

Sperperare: la tesi dell'opportunismo irriverente

Fino a oggi avete creduto che ci fossero i tiranni!
Ebbene, vi siete sbagliati, non ci sono che schiavi:
laddove nessuno obbedisce, nessuno comanda.
Anselme Bellegarigue, 1850
 
 
Promesse
Perché la gente lavora? Se non per follia, lo fa per denaro. E perché ha bisogno di questo denaro? Per comprarsi la libertà dal lavoro. La logica di questa correlazione è lo stessa alla base del desiderio del povero di avere denaro al fine di sfuggire all’ossessione per i soldi, o del bisogno di un lavoro da parte del disoccupato al fine di liberarsi dall’ossessione per un impiego. La maggior parte degli esseri umani vive e funziona all’interno della logica della società contemporanea col solo fine di poterne di evadere.
 
Ma come può il desiderio di libertà trasformarsi in un meccanismo perpetuo e schiavizzante? All’interno del panorama contemporaneo la risposta va trovata nel modo in cui il capitalismo riesce a prendere le nostre richieste alla lettera e a restituircele realizzate, anche se lievemente modificate. Quella minima modifica, come sappiamo, è la piccola pillola avvelenata che trasforma le nostre richieste “esaudite” in catene ancora più strette. È così che nel corso degli anni il capitalismo ha realizzato le rivendicazioni sulla flessibilità del lavoro, sulla liberazione sessuale, sulla democrazia e via dicendo. Il capitalismo ci dà sempre ciò che vogliamo, ma lo fa in modo tale da confermare gli oscuri moniti del vecchio detto “Fai attenzione a ciò che desideri”.
 

Il Presidente della Repubblica delle Idee

In un'intervista con Adam Mitchnik pubblicata qualche giorno fa dal quotidiano la Repubblica il presidente Napolitano ammette di essere stato dalla parte dei carri armati sovietici che invasero  Budapest  uccidendo gli operai insorti nel 1956. Potremmo aggiungere che il presidente Napolitano, in quanto dirigente del Partito comunista italiano negli anni dello stalinismo, ha pensato che fosse giusto sterminare i kulaki, internare i dissidenti politici, eliminare gli anarchici e i trotzkisti e così via assassinando.
 
Ma era giovane. Poi è venuta la primavera di Praga e Giorgio Napolitano ha capito che non era giusto sterminare sistematicamente chi non è d’accordo e affamare milioni di uomini e donne. E’ diventato democratico.  Ciò non gli ha impedito di stare dalla parte della maggioranza del comitato centrale del PCI quando il partito espulse i dissidenti del Manifesto proprio per le posizioni che questi avevano preso sulla primavera di Praga. E non gli ha impedito di applaudire al Ministro degli Interni Francesco Cossiga quando questo dava ordine di sparare ai dissidenti nelle strade italiane, quando faceva assassinare Francesco Lorusso e Giorgiana Masi, e faceva chiudere con la forza le radio libere.
E adesso?
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