On 24th December 2010, in the Romanian parliament, a bleeding man was shouting “Freedom!” while being carried outside by the paramedics. He had just tried to kill himself, jumped from the journalists’ balcony, little before the prime minister began his speech.
This surreal image is the pitiless representation of Romanian society: an autistic political class and an aphasic public opinion.
crisis
Suicide as protest in Romania and Tunisia
Dalla piazza di Bologna all'inizio del secondo decennio
Fin dal tredicesimo secolo la piazza di Bologna è un posto politicamente significativo, quindi bene ha fatto la FIOM a sceglierla per iniziare una nuova fase e per anticipare lo sciopero nazionale dei metalmeccanici che avrà luogo domani. Si comincia con uno sciopero pienamente riuscito in tutte le fabbriche metal meccaniche della regione (percentuali che stanno intorno all’85%) un corteo di cinquantamila e forse più, una partecipazione studentesca imponente. Vedremo domani cosa accade in tutto il paese, ma un paio di cose ormai possiamo dirle.
Il suicidio come forma di protesta in Romania e in Tunisia
Il 24 dicembre 2010, nel Parlamento rumeno, un uomo in fin di vita urla "Libertà!" a squarcia gola, mentre, insanguinato, viene portato via dai soccorsi. Si era appena gettato nel vuoto, dal balcone dei giornalisti, poco prima che il premier iniziasse il suo discorso.
Quest’immagine surreale contiene in sé la rappresentazione impietosa della società rumena. Una classe politica autistica e un’opinione pubblica afasica.
La politica all'alba
Il cosiddetto referendum di Marchionne ovviamente non era un referendum. Non era nemmeno un ricatto, era piuttosto una tortura. Un ricatto è limpido: qualunque cosa tu scelga ti schiaccia. Un ricatto che si fa chiamare referendum schiaccia egualmente, ma ripete che in quanto soggetto libero la responsabilità è tua. “I compagni litigano, i compagni si bisticciano”, dicevano i lavoratori da Mirafiori nei giorni scorsi. Litigano e si bisticciano perché la Fiat per settimane ha trasferito su di loro la responsabilità della crisi. Fiat non stava chiedendo un voto. Fiat stava delineando il futuro come una tenaglia: sussistenza o dignità. Sussistenza o dignità – scegliete. Avete a disposizione una o l'altra.
La crisi della governance europea e il MacGuffin del movimento globale
0. Tempo, futuro semplice.
Dicembre, è normalmente il mese che conclude l’anno solare. Ma calendari e orologi - così vuole la tradizione - sono le prime macchine retoriche a venir spezzate dagli eventi insurrezionali. Dicembre 2010 allora non può che essere il primo mese dell’anno che viene. Il 14 è il suo primo giorno. L’anno passato è il tempo 0. Adesso inizia la danza. Iniziamo a contare. Battere il ritmo. Il punto di partenza? la riscoperta d’un tempo verbale banale - in verità fin qui imbrigliatissimo - come il futuro semplice. Pieno d’accenti e sbilanciato in avanti. Strutturalmente squilibrato. Tempo verbale proibito, perchè il futuro era stato rubato, negato, violentato.
