Con un certo stupore forse ingenuo

Con un certo stupore forse ingenuo

Mi chiedeva qualcuno:

Ma cosa sta accadendo

nel secondo decennio del secolo ventuno?

For an Emancipatory State of Exception

As the euro-mediterranean countries enter their umpteenth phase of decay, their governments are starting to consider extraordinary measures to face the situation. In Italy, on 15 October 2011, 200,000 people took to the streets to protest against the austerity measures enforced by their government. A day of mayhem followed, as the so-called ‘black bloc’ declared urban war. The smoke of petrol bombs was still lingering in the air when the right-wing Minister of the Interior declared the necessity of exceptional security regulations, promptly backed by the left-wing opposition.

Mantra del Sollevarsi (15 ottobre e dintorni)

Il 15 febbraio del 2003 centomilioni di persone sfilarono nelle strade del mondo per chiedere la pace, per chiedere che la guerra contro l’Iraq non devastasse definitivamente la faccia del mondo. Il giorno dopo il presidente Bush disse che nulla gli importava di tutta quella gente (I don’t need a focus group) e la guerra cominciò. Con quali esiti sappiamo.

Dopo quella data il movimento si dissolse, perché era un movimento etico, il movimento delle persone per bene che nel mondo rifiutavano la violenza della globalizzazione capitalistica e la violenza della guerra. Il 15 Ottobre in larga parte del mondo è sceso in piazza un movimento similmente ampio. Coloro che dirigono gli organismi che stanno affamando le popolazioni (come la BCE) sorridono nervosamente e dicono che sono d’accordo con chi è arrabbiato con la crisi purché lo dica educatamente. Hanno paura, perché sanno che questo movimento non smobiliterà, per la semplice ragione che la sollevazione non ha soltanto motivazioni etiche o ideologiche, ma si fonda sulla materialità di una condizione di precarietà, di sfruttamento, di immiserimento crescente. E di rabbia.

Benvenuti nel Reale. Il ritorno alla materialità dopo il postmoderno

1) Farla finita con il postmoderno?

Nel luglio 2011 «Micromega» ha dedicato il suo «Almanacco di filosofia» alla fine del postmoderno, insomma alla rivisitazione di una delle categorie filosofiche che ha tenuto il banco della discussione nell’ultimo trentennio. A seguito di quella pubblicazione, il confronto è proseguito sul sito web della medesima rivista e alcune delle tesi in campo son giunte a marcare presenza nell’edizione 2011 del Festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, dedicato alla Natura. Il dibattito verte sul ritorno al reale dopo la sbornia postmoderna. Ritorno ai fatti dopo l’ormai esausta vague delle interpretazioni, potremmo dire o, parafrasando Nietzsche, riaffermazione del mondo vero al tramonto di ogni sua possibile favola.

Recurring Dreams - the red heart of fascism

Prologue

Looking around ourselves today, we realize that we have already seen all this. It wasn’t quite the same in terms of style; skirts were longer, kids were wearing shorts, cars were slower and fewer, and everything was in black and white. Yet, we have seen all this before. We have encountered it in history books, or in the tales of our grandparents. We have met it in the novels of Faulkner and Musil, or in the pig-faced paintings of Grosz. We forgot about it long ago, since we started to repeat to ourselves that its atrocious offspring would never come back to life. Never again. And yet, he is coming back now. Once again, we are living in the nervous times, pregnant with the monster.

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