youth
Zakira/Memory
Tra urban riots e book blocs, ovvero: Sulla “generazione della crisi”
I “giovani” sono in stato di ribellione permanente, perché persistono le cause profonde di essa, senza che ne sia permessa l’analisi, la critica e il superamento (non concettuale e astratto, ma storico e reale); gli “anziani” dominano di fatto ma… après moi le déluge, non riescono a educare i giovani, a prepararli alla successione. Perché? Ciò significa che esistono tutte le condizioni perché gli “anziani” di un’altra classe debbano dirigere questi giovani, senza che possano farlo per ragioni estrinseche di compressione politico-militare.
London Jacquerie
Sono quasi quattrocento anni che una rivolta di queste dimensioni non si verifica a Londra. Quest’inverno, durante le manifestazioni degli studenti inglesi, la stampa internazionale aveva parlato di ‘riots’, di subbugli, di insurrezione. Un tipico caso di esagerazione giornalistica. Stavolta no. Ma stavolta è diverso.
Le riots di questi giorni, iniziate sabato 7 agosto durante una manifestazione di protesta per l’uccisione di un giovane da parte della polizia, hanno un tono che ricorda più le banlieues parigine che la guerriglia urbana dei black bloc. Da tre giorni la capitale Britannica è attraversata da un’ondata di jacquerie semi-fantascientifiche, in cui i moti di folla da ancien regime si incontrano con i messaggi istantanei lanciati dai BlackBerries.
La gioventù dorata dei Delfini
Uomini o donne, non importa. Architetti, designer, pubblicitari. Assistenti universitari non ancora baroni. Video maker. Agenti letterari. Scrittori di medio calibro. Intellettuali con uno o più stipendi fissi. Giovani professionisti, in piena ascesa sociale, abitanti delle grandi città del Nord, amanti dei libri, di una vita sana e bella, con denaro e cultura, quasi sempre senza figli. Per questa curiosa fetta di società, a noi che studiavamo la scienza del marketing, ci veniva fornita una definizione apposita: delfini.
La fine dell'era della giovinezza
Ho venticinque anni, e niente mi insospettisce di più di vedere miei coetanei indossare vestiti vintage. Il vintage è una categoria di abbigliamento molto diversa dal tipico ‘usato’ e, se osservata criticamente, può dirci molto sullo stato della gioventù odierna.
