indignados

La competenza dei tecnici: note su finanza, democrazia e indignazione.

Libero mercato e democrazia.

La storia lunga della forma politica europea è arrivata al tramonto. Prendere parte, in questo crepuscolo, è necessario. Ne va delle parole di domani. Tutti i nodi dell’ultimo scorcio di secolo vengono al pettine. A guardare bene è una buona notizia. Dopo saranno tempi nuovi. Certo, il tramonto può far paura, sembra un abisso, un precipitare lento e inesorabile. Come tutti i passaggi radicali, originari. Ma questa è la partita. Radicale, originaria. Coincide e conferma l’idea, la geografia della crisi: prima la Grecia - impedita, fatto enorme, di procedere ad un referendum popolare, che per quanto inadeguato aveva il sapore d’un appello al popolo in ultima istanza, perchè dicesse, prendesse parola sul destino proprio - poi l’Italia, ex-repubblica parlamentare le cui funzioni sovrane a lungo maltrattate, vengono commissariate da tecnocrati già protagonisti della crisi in corso. E la prossima sarà la Francia.

Los Indignados en la Caverna de Platon

Imaginémosnos que la protesta del 15O se hubiera desarrollado en la famosa caverna de Platón. La de la alegoría (República, VII). La historia es conocida: dentro de una cueva se hallan unos pobres desgraciados, con las manos y los pies atados desde siempre, que no pueden moverse sino solo mirar una pared. A sus espaldas, un gran fuego. Entre el fuego y ellos hay un entresuelo donde unas personas mueven unos títeres. El fuego proyecta las sombras de los títeres en la pared dando la impresión de que parezcan seres vivos, enormes y aterradores. Los prisioneros no conocen otra realidad que la donde se han criado y, nada más oir a los titiriteros decir unas palabras, ellos piensan que la voz salga de las sombras.

«Trasformano il timore in indignazione». La Comune di Madrid e il movimento globale.

0 - 1676: Scrive Spinoza, nel suo Trattato Politico (IV, 4), che il potere politico pecca - viene meno alla sua ragion d’essere - quando pensa di poter fare quello che vuole di una cosa che considera in suo possesso. Persino la proprietà insomma, fonte ultima dell’unico nómos ancora positivo in terra, esiste all’interno d’un limite, superato il quale essa diviene impedimento, dominio parassitario sul libero dispiegarsi della vita collettiva. «Analogamente - continua il filosofo - se pure diciamo che gli uomini non godono del loro diritto, ma sono soggetti al diritto della società civile ciò non significa che hanno cessato di essere uomini per acquistare un’altra natura, e che quindi la società abbia diritto di far sì che gli uomini [...] riguardino con tutti gli onori cose che provocano il riso o la nausea». Se il potere costituito dà mostra delle sue corruzioni, o viola e disprezza le leggi che s’è dato e sulle quali si regge, se impedisce la vita della collettività o rapina gli uomini e le donne allora «il timore si trasforma in indignazione».

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