riots
The Worst Thing Since Sliced Bread
Tra urban riots e book blocs, ovvero: Sulla “generazione della crisi”
I “giovani” sono in stato di ribellione permanente, perché persistono le cause profonde di essa, senza che ne sia permessa l’analisi, la critica e il superamento (non concettuale e astratto, ma storico e reale); gli “anziani” dominano di fatto ma… après moi le déluge, non riescono a educare i giovani, a prepararli alla successione. Perché? Ciò significa che esistono tutte le condizioni perché gli “anziani” di un’altra classe debbano dirigere questi giovani, senza che possano farlo per ragioni estrinseche di compressione politico-militare.
Vengeance de classe
Une fois que les les gens à capuches sont revenus à leurs refuges, que les incendies se sont éteints et que la menace s’est estompée, la police a repris pleine possession des villes anglaises. Pendants des journées entières, les seize milles hommes armés envoyés par le gouvernement ont fait entendre leur monologue assourdissant, avec des colonnes de blindés se lançant à sirènes hurlantes sur les routes désertes et des patrouilles dans chaque quartier.
London Jacquerie
Sono quasi quattrocento anni che una rivolta di queste dimensioni non si verifica a Londra. Quest’inverno, durante le manifestazioni degli studenti inglesi, la stampa internazionale aveva parlato di ‘riots’, di subbugli, di insurrezione. Un tipico caso di esagerazione giornalistica. Stavolta no. Ma stavolta è diverso.
Le riots di questi giorni, iniziate sabato 7 agosto durante una manifestazione di protesta per l’uccisione di un giovane da parte della polizia, hanno un tono che ricorda più le banlieues parigine che la guerriglia urbana dei black bloc. Da tre giorni la capitale Britannica è attraversata da un’ondata di jacquerie semi-fantascientifiche, in cui i moti di folla da ancien regime si incontrano con i messaggi istantanei lanciati dai BlackBerries.
