Movimento 5 Stelle

Beppe Grillo's Children's Crusade - a brief examination of the first millenarian mass-movement of 21st century Europe

On February 24th and 25th all Italian citizens above the age of 18 were called to vote for the new Parliament. After almost 20 years of declining stagnation under Berlusconi’s rule, and after the brief but devastating experience of ‘austerity politics’ as enforced by Monti, everybody expected the Italian Left to conquer absolute majority in both chambers of the Parliament. Electoral results came as a shock to most: Berlusconi caught up with the Left-wing coalition, gathering almost 30% of the votes, Monti’s party stopped at 10%, while Movimento 5 Stelle (M5S), an as-yet-unseen populist movement led by former TV comedian Beppe Grillo, conquered an unexpected 25% of preferences and became the single most voted party in a hung Parliament.
 
Although there are several interesting aspects to this situation – not least the Left’s astonishing inability to win even under the most favourable conditions, or Berlusconi’s equally astonishing ability to survive against all odds – I would like to focus on Beppe Grillo’s M5S, which constitutes an interesting and dangerous novelty in the Italian and European scenarios.
 

La sconfitta dell’anti-Europa comincia in Italia

L’unione europea nacque come progetto di pace e di solidarietà sociale raccogliendo l’eredità della cultura socialista e internazionalista che si oppose al fascismo.
Negli anni ’90 le grandi centrali del capitalismo finanziario hanno deciso di distruggere il modello europeo, e dalla firma del Trattato di Maastricht in poi hanno scatenato un’aggressione neoliberista. Negli ultimi tre anni l’anti-Europa della BCE e della Deutsche Bank ha preso l’occasione della crisi finanziaria americana del 2008 per trasformare la diversità culturale interna al continente europeo (le culture protestanti gotiche e comunitarie, le culture cattoliche barocche e individualiste, le culture ortodosse spiritualiste e iconoclaste) in un fattore di disgregazione politica dell’unione europea, e soprattutto per piegare la resistenza del lavoro alla definitiva sottomissione al globalismo capitalista. Riduzione drastica del salario, eliminazione del limite delle otto ore di lavoro quotidiano, precarizzazione del lavoro giovanile e rinvio della pensione per gli anziani, privatizzazione dei servizi. La popolazione europea deve pagare il debito accumulato dal sistema finanziario perché il debito funziona come un’arma puntata alla tempia dei lavoratori.
Cosa accadrà? Due cose possono accadere: o il movimento del lavoro riesce a fermare questa offensiva e riesce a mettere in moto un processo di ricostruzione sociale dell’Unione europea, o il prossimo decennio vedrà in  molti luoghi d’Europa esplodere la guerra civile, il fascismo crescerà dovunque, e il lavoro sarà sottomesso a condizioni di sfruttamento ottocentesco.
Ma come fermare l’offensiva?
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